Articoli Redatti dal Dott. Giuseppe Lauria
TUMORE DELLA PROSTATA - BREVE DESCRIZIONE - INTERVENTI CARCINOMA DELLA PROSTATA
NEI PAESI OCCIDENTALI RAPPRESENTA IL PIU’ COMUNE TUMORE MALIGNO NELL’UOMO, LA SECONDA CAUSA DI MORTE PER TUMORE (DOPO IL TUMORE POLMONARE). IL SUO SVILUPPO E’ CORRELATO CON L’ETA’ E LA SUA INCIDENZA CRESCE GRADUALMENTE CON GLI ANNI (ETA’ MEDIA ALLA DIAGNOSI DI CIRCA 69 ANNI). IL TUMORE CRESCE NELLA PORZIONE PERIFERICA DELLA GHIANDOLA PROSTATICA, RAGION PER CUI NON MANIFESTA SEGNI E SINTOMI PATOGNOMONICI, TRANNE QUANDO, NELLE FASI AVANZATE, INFILTRA L’URETRA PROSTATICA E/O IL COLLO VESCICALE (DISTURBI MINZIONALI, EMATURIA, EMOSPERMIA). NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI LA DIAGNOSI VIENE POSTA IN SEGUITO ALLO SCREENING DIAGNOSTICO CHE PREVEDE L’ESAME CLINICO DELLA GHIANDOLA PROSTATICA (ATTRAVERSO L’ESPLORAZIONE RETTALE) ED IL DOSAGGIO DEL PSA TOT.
TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL CARCINOMA PROSTATICO
PROSTATECTOMIA RADICALE LAPAROSCOPICA
E’ IL TRATTAMENTO CHIRURGICO ALTERNATIVO ALLA PROSTATECTOMIA RADICALE A CIELO APERTO NELLA CURA DELL’ADENOCARCINOMA PROSTATICO LOCALIZZATO, MA MENO INVASIVO. COMPORTA UNA BASSA MORBILITA’ E MORTALITA’ INTRAOPERATORIA E, NEL 90 % DEI CASI CIRCA, UNA SOPRAVVIVENZA A 10 ANNI LIBERA DA MALATTIA. L’INTERVENTO PREVEDE, ATTRAVERSO PICCOLE PORTE DI ACCESSO PER L’INSERIMENTO DEGLI STRUMENTI CHIRURGICI, L’ASPORTAZIONE DELLA PROSTATA ASSIEME ALLE VESCICOLE SEMINALI. NEI PAZIENTI CONSIDERATI AD INTERMEDIO RISCHIO VIENE INOLTRE ESEGUITA CONTESTUALMENTE L’ ASPORTAZIONE DEI LINFONODI ILIACO-OTTURATORI DI ENTRAMBI I LATI.
PROSTATECTOMIA RADICALE RETROPUBICA
E’ IL TRATTAMENTO CHIRURGICO CHE RAPPRESENTA IL GOLD STANDARD NELLA CURA DELL’ADENOCARCINOMA PROSTATICO LOCALIZZATO. COMPORTA UNA BASSA MORBILITA’ E MORTALITA’ INTRAOPERATORIA E, NEL 90 % DEI CASI CIRCA, UNA SOPRAVVIVENZA A 10 ANNI LIBERA DA MALATTIA. L’INTERVENTO PREVEDE, CON UN ACCESSO SOTTOMBELICO-PUBICO, L’ASPORTAZIONE DELLA PROSTATA ASSIEME ALLE VESCICOLE SEMINALI. NEI PAZIENTI CONSIDERATI AD INTERMEDIO RISCHIO VIENE INOLTRE ESEGUITA CONTESTUALMENTE L’ ASPORTAZIONE DEI LINFONODI ILIACO-OTTURATORI DI ENTRAMBI I LATI. NEI PAZIENTI CHE DESIDERANO CONSERVARE UNA VALIDA EREZIONE E CHE SONO AFFETTI DA FORME DI TUMORE STRETTAMENTE LOCALIZZATO, SI PUO’ OPTARE PER LA TECNICA VARIANTE “NERVE SPARING”, CHE PREVEDE IL RISPARMIO DI ALMENO UNO DEI 2 FASCI NEUROVASCOLARI CHE CONTROLLANO L’EREZIONE. TUTTAVIA CON QUESTA TECNICA NON SEMPRE E’ ASSICURATA LA RADICALITA’ ONCOLOGICA.
TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLA SCLEROSI DEL COLLO VESCICALE
TUR DI COLLO (RESEZIONE ENDOSCOPICA
TRANSURETRALE DI COLLO)
TECNICA UTILIZZATA ANCHE PER LA STENOSI DELL’ANASTOMOSI TRA URETRA E VESCICA (NEOCOLLO VESCICALE), CONFEZIONATA DURANTE L’INTERVENTO DI PROSTATECTOMIA RADICALE. LA TECNICA CONSISTE NELLA RESEZIONE DELLA PORZIONE SCLEROTICA DEL COLLO VESCICALE CON ANSA DIATERMICA PER VIA ENDOSCOPICA TRANS-URETRALE.
BRACHITERAPIA
La Brachiterapia, detta anche Radioterapia Interstiziale, è un tipo di radioterapia utilizzata anche per il carcinoma prostatico. La sorgente delle radiazioni è rappresentata dai semi di Palladio 103 o di Iodio 125, impiantati all’interno della prostata attraverso aghi inseriti a livello del perineo (area compresa tra lo scroto e l’ano) sotto guida ecografica. La tecnica è condotta in anestesia spinale o generale. I semi all’interno della prostata rilasciano radiazioni, assorbite dal tessuto prostatico che viene “distrutto” per un tempo limitato, dopo il quale l’attività dei semi decade. I pazienti candidati alla procedura sono altamente selezionati, cioè pazienti affetti da malattia organo-confinata (
HIFU (High-Intensity Focused Ultrasound)
E’ un trattamento locale che utilizza un fascio di ultrasuoni (onde acustiche ad altissima frequenza), convogliato, sotto guida ecografica, in una precisa area della prostate (punto focale), dove gli ultrasuoni si trasformano “naturalmente” in calore che provoca la morte delle cellule, praticamente distruzione di 10 g di tessuto all’ora! La termoablazione con HIFU va eseguita in anestesia spinale o generale. Per la mancanza della quantità necessaria di dati, è ancora considerato trattamento sperimentale, pertanto ancora non molto diffuso. Eseguito in pazienti a basso ed intermedio rischio di progressione di malattia.
CRIOTERAPIA
La Crioterapia sfrutta il congelamento per distruggere le cellule prostatiche tumorali; infatti, ad una temperatura di - 45°C la cellula muore. Si utilizzano aghi (Ice Side) inseriti, sotto guida ecografica, nella prostata in più file e distanziati 1 cm l’un dall’altro. Attraverso questi viene iniettato azoto liquido nella prostata. Attualmente l’indicazione alla Crioterapia non è stata ancora codificata, poiché è un tipo di trattamento la cui efficacia nel distruggere completamente il carcinoma prostatico non è ancora stata dimostrata. Tuttavia si preferisce trattare pazienti con carcinoma prostatico localmente avanzato, non candidabili agli altri trattamenti e con aspettativa di vita inferiore ai 10 anni. E’ una trattamento di seconda istanza dopo Brachiterapia o Radioterapia.